Bressanone (BZ) l’ “Oste Oscuro”


Di fronte al bellissimo duomo di Bressanone, nel vicolo omonimo al n. 3, quasi con un certo pudore, si trova l’ingresso dell’Oste oscuro. Il locale trasuda storia a cominciare dai ritratti appesi alle pareti con l’immancabile irredentista tirolese Andreas Hofer, vittima dell’arroganza napoleonica. Interessante la sala dedicata a papa Benedetto XVI che tra il 1968 e il 1976 venne ripetutamente in villeggiatura proprio a Bressanone insieme al fratello Georg e alla sorella Maria e dove, ospite senza pretese, pranzava nella sala da pranzo del seminario maggiore. La stessa nonna del pontefice, almeno così mi é stato detto al museo diocesano,  ebbe i natali non distante da Bressanone.
In origine l’edificio dell’Oste oscuro  era la residenza dei canonici del duomo, nel 1691 ebbe un importante restauro per diventare osteria del capitolo con mescita di vini che cessava all’imbrunire, da cui il nome. Tra la fine del XVIII e del XIX secolo la proprietà dell’edificio passò a famiglie borghesi delle quali ancor’oggi si conserva il ricordo in alcuni interessanti pezzi dell’arredamento. Anche la cucina non scherza con la storia enogastronomica sud-tirolese, una cucina tradizionale, ma proposta con un’intelligente rivisitazione, che senza perdere nulla nei sapori di un tempo ha guadagnato nel facilitare i processi digestivi. Interessante la carta dei vini, ottimo il servizio: pronto e cortese.  Tra i piatti degustati ricordo bene il carpaccio di capriolo marinato con fettine di canederlo, radicchio e chutnay di zucca; lo strepitoso duo di cervo e camoscio dalla riserva di Scaleres (luogo ameno poco distante da Bressanone, che merita una visita ai laghetti Schrüttenseen), servito con frittelle di patate, rape bianche e gialle e chutney di mela cotogna. Non manca poi la tradizionalissima cotoletta viennese la Wiener schnitzel, sulla quale tuttavia, almeno stavolta, soprassiederei.

Molto interessante infine la proposta dei dessert che sono stati onorati nel tradizionale Schmarrn al papavero caramellato accompagnato da gelato con panna acida e arancia, e un buon assaggio dei dolcetti tradizionali della casa “Finsterwirt”: dei mignon di strudel, krapfen, “sacharino” con gelato alla vaniglia di Tahiti. Per l’abbinamento con le carni ho scelto un pinot nero e un lagrein. Un’esperienza davvero intrigante, che consiglio agli amici che dovessero passare per Bressanone senza dimenticare una visita al duomo e al bellissimo chiostro affrescato, che da soli meritano davvero una visita.

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