Il simbolo araldico

di Paolo Zatta

Il simbolo araldicoPercorrendo quel tratto di strada della bassa che da Padova porta al mare di Chioggia, si attraversano paesi cementificati dalla stupidità e dall’egoismo della “ricostruzione”. Luoghi ricchi di storia, noti un tempo per la miseria dove, secondo la vulgata locale, si piantavano fagioli e nascevano ladri. Ma forse erano solo gli estremi di una vita di miseria che coinvolgeva molti. Passando il luogo dove un tempo si girava il biroccio per ritornare a Padova, oggi Voltabarozzo, con il suo brutto ponte di ferro, attraversati Ponte San Nicolò, Legnaro e Vigorovea, e lasciata sulla destra la strada che conduce a Brugine, e quindi al “principato” della eccelsa gallina Polverara: pennuto nobile fin dal medioevo, si imbocca via Carrarese. Superato infine sulla destra il moloch della moderna distribuzione commerciale si può vedere in lontananza la tozza torre civica Carrarese simbolo millenario della Plebs dei Saccensi.

Il primo simbolo araldico della Comunità dei Piovesi è il sigillum medioevale del San Martino a cavallo che dona parte del proprio mantello ad un povero. Tale simbolo è presente nei documenti basso-medioevali riportati anche dal Pinton nel Codice Diplomatico Saccense. San Martino era un soldato romano e il suo mantello apparteneva all’esercito per cui, secondo alcuni storici, non poteva essere dato tutto al mendicante pena ritorsioni disciplinari.

Successivamente, oltre al San Martino, venne introdotto un secondo simbolo araldico della città di Piove: le melagrane che rappresentavano “il logo” della famiglia veneziana dei Battaglia che nel ‘600 espressero podestà Piovesi, e che si possono veder rappresentate nella torre Carrarese. Per una primogenitura storica il simbolo della città è quindi il San Martino che diede pure il nome alla omonima prestigiosa e ricca collegiata.

11 novembre, festa patronale: un tempo era il giorno nel quale iniziava l’anno agrario col rinnovo o la disdetta dei contratti.