Torta alle mandorle

Una ricetta semplice ma… buona buona buona. L’esecutrice di questa meraviglia per le papille è mia moglie Donatella, che spesso me la prepara. Si compone di due parti: pasta e ripieno. Le dosi sono per 6-8 porzioni Ingredienti per la pasta:

  • 300 gr di farina ‘0’
  • 100 gr burro
  • 150 gr zucchero
  • 1 uovo
  • 8 gr lievito per dolci (1/2 bustina)
Ingredienti per il ripieno
  • 250 gr di ricotta
  • 100 gr di zucchero
  • 50 gr di mandorle sbucciate
  • ½ confezione di amaretti secchi
  • 1 uovo
Preparazione del ripieno Sbricioliamo finemente gli amaretti e tritiamo le mandorle precedentemente tostate per 5 minuti.

Tarte Tatin, dalla leggenda alla realtà

Tarte Tatin, dalla leggenda alla realtà

Ieri abbiamo trascorso davvero una bella serata. Un gruppo di amici sommelier, che si sono definiti “Il Convivio del Gusto“, che si ritrova periodicamente presso la Cantina del Cavatappi di Padova, dell’amico Sergio, per degustare cibi e vini a scopo edonistico, incontrare produttori di vino, ascoltare resoconti di viaggi enogastronomici, con l’immancabile parte pratica ecc.
A Natale... Eggnog

A Natale… Eggnog

Tempo di Natale, tempo di Eggnog. Vecchi ricordi di quando stavo in USA. Alla mattina del giorno di Natale, mentre ci si scambiava gli auguri e i bambini scartavano i regali era usanza  sorseggiare lentamente, prima di colazione, l’Eggnog.
La… dolce Trieste

La… dolce Trieste

Trieste tanto bella e tanto dimenticata! Trieste città di Italo Svevo, Umberto Saba, Giorgio Strehler, Fulvio Tomizza, James Joyce, Rainer Maria Rilke e del fantastico, quanto non abbastanza noto pittore Umberto Veruda, amico di Svevo e di tanti altri ancora.
Quel buongustaio del "Gattopardo"

Quel buongustaio del “Gattopardo”

La cucina della nobiltà e dell’alta borghesia siciliana ottocentesca, come la descrive opulentemente Tommasi di Lampedusa nel suo famosissimo romanzo, Il Gattopardo, era il risultato della raffinatezza della cucina francese importata. Nelle famiglie nobili sicule era segno di distinzione avere in cucina il monsù, voce contratta nell’ idioma dialettale, che indicava il monsieur-cuoco francese.