Il Sauvignonasse… peccato che non c’é più

Il Sauvignonasse è un vitigno a bacca bianca, giunto in Italia  qualche secolo fa dalla zona del bordolese, in Francia, dove oggi si coltiva in maniera ridotta.

In Italia, intorno ai primi del ‘900, su suggerimento del prof. Giuseppe Dalmasso, allora direttore dell’Istituto dell’Istituto Sperimentale di Viticoltura di Conegliano, prese il nome di Tocai Friulano. Il Sauvignonasse é conosciuto con vari sinonimi quali ad esempio: Muscade, Muscadette doux, Muscat Fou, Guillan, Sauvignon à gros grains, Sauvignon de la Corrèze. Altri sinonimi sono: Sauvignon vert, Sauvignon sauvage, Friulano, Cinquien, Malaga, Tocai bianco, (Calò, Scienza, Costacurta, Vitigni d’Italia, Edagricole, Bologna 2006Trebbianello (v. Supplementi di Agricoltura, Regione Emilia-Romagna, 2001 n. 10) .  

Va subito chiarito che il Sauvignonasse non ha nulla a che spartire con il Tokaji ungherese, e quindi con i falso sinonimi di Furmint, Sauvignon, Pinot grigio e altri ancora.

Il Sauvignonasse “Del Duca”

A proposito del Tokaj, vale la pena ricordare una storia del XVII secolo, storia di vino e vitigno. La nobile Aurora Formentini, figlia del generale Carlo, consigliere di Ferdinando, imperatore d’Austria e di Anna Maria Rohrbach, dama di corte dell’imperatrice Cecilia, andò in sposa al conte ungherese Adam Batthyany che aveva ampi possedimenti nell’attuale zona del Tokaji in Ungheria. I conti Formentini da secoli allevavano il Tocai nella loro tenuta di S. Floriano sul Collio.  Si narra quindi che dalla famiglia dei conti Formentini derivi il nome del principale vitigno del Tokaji ungherese, il Furmint, che molto probabilmente venne portato in dote, si parla di 300 piante, da Aurora in Ungheria.

Oggi il Sauvignonasse è ben coltivato in Italia (7.000 Ha con otto cloni) specie in Veneto e in Friuli oltre che nel litorale sloveno, nella valle di Vipava e Brda, in Australia nella penisola di Mornington nello Stato di Vittoria e in Cile (talvolta confuso col Sauvignon blanc) come Sauvignon cileno o Sauvignon verde in quanto il grappolo, a differenza del colore dorato del Sauvignon, è di un bel verde.

Il Sauvignionasse è un vitigno di grande potenzialità, di acidità moderata (5,5 g/l in ac. tartarico) con note floreali delicate  e di frutta. La qualità del vino dipende molto dall’ottimizzazione della vendemmia.

Di recente ho avuto modo di degustare del Sauvignonasse prodotto dall’ Istituto Duca degli Abruzzi di Padova, un “vino  della didattica” che, pur non avendo ancora raggiunto la massima espressione della sua potenzialità, meriterebbe di essere conosciuto e apprezzato per l’eccellente rapporto qualità/prezzo. Il condizionale é tuttavia d’obbligo in quanto, purtroppo, per ragioni non dipendenti dall’Istituto, il fondo  dove veniva allevato il vitigno non è più nella disponibilità dell’Istituto, anzi il vitigno é stato completamente estirpato. Così, un altro pezzo di storia enologica  del nostro territorio se n’è ahimè andato per far posto alla dura realtà del mercato. Se qualcuno fosse interessato, forse qualche bottiglia in cantina é rimasta.Vale la pena degustarlo!

Sui colli Euganei, dove l’Istituto Duca degli Abruzzi allevava il Sauvignonasse, il vitigno in questione, che qui si chiama ancora l’ex Tocai,  non si produce più in purezza come si faceva un tempo, ma viene utilizzato solo nei blend. Il Tocai, mi dice chi del vino ne ha fatto la ragione di vita, é un vitigno non facile da coltivare, e questo ne ha favorito in parte l’abbandono. Un tempo, sui Colli Euganei,  il “bianco” per antonomasia era il Tocai-Sauvignonasse e il “rosso” il Merlot….poi sono arrivati gli internazionali. Speriamo che nei cicli storici ci possa essere in futuro un ripensamento per produrre il Sauvignonasse in purezza, com’ é successo per il Fior d’arancio fermo che alcuni vignaioli, con intelligenza e capacità, hanno saputo trasformare in una vera meraviglia. L’importante é crederci!

 

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