Chi non conosce Giacomo Leopardi? Un luogo comune scolastico ama descriverlo per lo più triste. Ma non é così. Giacomo, nonostante tutto amava la vita anche se questa con lui fu ahimè amara. Qui non abbiamo tempo e spazio per dimostrare quello che sostengo.
Nello Zibaldone di pensieri, il suo diario personale, ma anche nell Operette morali, egli raccoglie in una miniera di appunti alcuni dei quali parlano di vino. Eccone alcuni esempi.
1. Il piacere del vino é misto di corporale e spirituale.
2. Il vino é più certo, e/(senza paragone) il più efficace consolatore.
3. Il piacere del vino../non é corporale/semplicemente./Anzi consiste/principalmente/nello spirito…
4. A frugal mensa si assidono/ sol d’incolte erbe imbandita,/ ma d’ogni altra mensa splendida/assai più da lor gradita./ Lieti il dolce vino bevono/alla grata mensa amica,/ e fra loro ognuno dimentica/la sofferta aspra fatica…
5. Non parlo del vigore del corpo, non parlo del vino, al cui potere cede e sparisce la più radicata e invecchiata filosofia.
6. L’ubriachezza mette in fervore tutte le passioni, e rende l’uomo facile a tutte, all’ira, alla sensualità ecc. massime alle dominanti in ciascheduno. Così proporzionatamente il vigore del corpo. E’ famoso quello di S. Paolo, “castigo corpus meum et in servitutem redigo”. In fatti in un corpo debole non ha forza nessuna passione.
Per il resto lascio a voi il piacere della ricerca.