“Dardo”, Bonarda vivace della Cantina Frecciarossa

L’Oltrepò Pavese é una strepitosa realtà territoriale che nasce nel 1164 quando il “Barbarossa” concede il diritto di nominare i consoli nella Provincia di Pavia. Un “grappolo di terra”, di circa mille kmq collocato fra le colline e la pianura costeggiata dal Po. Un paesaggio incantato: la valle Staffora, dal fiume omonimo, l’alta valle del Tidone con parte del lago di Trebecco che porta verso il piacentino, strepitosa terra di salumi difficilmente eguagliabili e la val Trebbia che segna il tratto più meridionale del territorio. Basta poi citare i centri principali: Varzi, Broni, Casteggio, Voghera e Stradella, perché si apra un paradiso enogastronomico.

Terra di grandi vini l’oltrepò pavese che raggiunge l’eccellenza nella produzione degli spumanti metodo classico DOCG col muscoloso Pinot Nero.  Poi ancora il Buttafuoco e il Sangue di Giuda, ambedue da Croatina, Barbera (tanto amata da Gianni Brera) e Bonarda, ma diversi per struttura e sentori, il Riesling (Renano e Italico) dell’omonima valle che ha il fulcro in quel di Casteggio…e molto altro ancora.

Ieri sera ho stappato una bottiglia, l’ultima rimastami da un giro enogastronomico nell’ oltrepò pavese. Un vino “gagliardo” il “Dardo” di Frecciarossa DOC, una Bonarda frizzante, da uve Croatina, vendemmia del 2007, che é un vero inno alla gioia e alla piacevolezza. Dopo cinque anni é ancora un vino prorompente. Esso nasce da uve che maturano in colline baciate dal sole, poste a sud-sudovest, con una resa contenuta di 85 q raccolti da oltre 4.000 piante /ha. Vendemmia  a mano, molto accurata, alla quale segue una macerazione di ca. 8 giorni di in acciaio a temperatura controllata, mai superiore ai 28 gradi C, con frequenti rimontaggi e follature. Segue la presa di spuma in autoclave, sempre a temperatura controllata, e infine tre mesi di affinamento in  bottiglia prima della messa in vendita dopo sei mesi dalla vendemmia.

Il vino che ho nel tulipano davanti agli occhi risalta subito per il suo colore rosso rubino intenso con qualche riflesso violaceo; al naso  si avverte un intenso profumo d’uva, di frutti di bosco e di mora selvatica; in bocca pervade con una sensazione cremosa di spuma avvolgente di assoluta gradevolezza, mentre vengono confermate le sensorialità gusto-olfattive della frutta rossa. Corposo e di buona struttura il vino non può che reclamare un bel piatto di salumi del vicino piacentino.

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