Lo confesso, non sono un grande consumatore di birra industriale, anche se in estate, qualche volta, un bicchiere di birra lo bevo volentieri, magari pensando ad un vecchio film come “Birra ghiacciata ad Alessandria” del 1958. Lo riconosco, è un mio limite, ma nessuno è perfetto.
Sicuramente, quando necessario, uso la birra in cucina: un consiglio che vorrei dare a chi non l’ha mai provato per estendere gli orizzonti culinari della cottura in tegame delle carni di maiale e delle carni bianche in generale. E qui mi fermo.
La birra è un prodotto di largo consumo: in Europa sono attivi circa 2000 birrifici di cui circa 1.300 in Germania, alcuni arcinoti per la martellante pubblicità. Accanto a certe imponenti realtà industriali naviga tuttavia un microcosmo di alcune migliaia di microbirrifici artigianali, molti presenti anche in Italia, che esprimono di certo passione, e talvolta anche grande professionalità: una moda che è divenuta oramai una vera tendenza universale della “birra fai da te”, non raramente di alta se non di altissima qualità. Talvolta, com’ è capitato a qualche amico mio, si comincia quasi per gioco, comperando il kit “tutto compreso” per un homebrewer della birra fatta in casa. Poi non ci si accontenta più e allora si sperimenta usando diversi malti da diversi cereali, con lieviti che hanno caratteristiche particolari di fermentazione, e poi ancora scegliendo accuratamente nel mondo degli amaricanti-conservanti-aromatizzanti fiori femminili dei luppoli (Humulus lupulus), i parenti tranquilli della Cannabis, ricchi di resine come l’umulone, la luppolina e il luppulone, di olii essenziali e di polifenoli che sanno creare delle belle differenze sensoriali con il giusto impiego. E di sperimentazione in sperimentazione qualcuno, da appassionato, diventa professionista. Oggi i birrai artigianali sono in numero considerevole, forse troppi per poter sfondare sul mercato, anche se qualcuno continua a provarci. Chissà!
E’ stata quindi una grande scoperta sensoriale quando ho incontrato, assieme ad altre birre artigianali di qualità, la STONER, uno dei fantastici prodotti del birrificio BRÙTON (www.bruton.it) alla IV Edizione di Birra Nostra 2012: l’ Esposizione Birre Artigianali al Padiglione 5 di Padova Fiere svoltasi dal 5 all’8 febbraio. Nell’occasione ho conosciuto Jacopo un simpatico quanto mai particolare mastro birraio che ben ha saputo presentare uno dei prodotti del birrificio BRÙTON, lemma che deriva dalla birra dell’antica Grecia.
La STONER che ho degustato, guidato a Jacopo, viene prodotta con tre malti: orzo, segale e frumento e con l’utilizzo di luppoli della Northern Brewer, una famosa homebrewing company con base a Minneapolis St.Paul-USA; i lieviti sono di tipo ad alta fermentazione come nell’antico metodo di produzione delle birre Abbazia, corpose e di buon contenuto alcolico tra i 6 e i 9 gradi. C’è poi l’aggiunta di un extra di buccia di arancia amara e zucchero candito. Alla fine si ottiene una birra superba con una gradazione alcolica di 7,5%. Viene definita dai produttori: Dangerous drinkable! Ti avvince così tanto da invitarti a berne ancora, ma attenti all’alcol.
La STONER é una birra che ricorda la tipologia delle birre Belghe: è chiara, doppio malto, di colore dorato carico, con una schiuma persistente e pannosa. Al naso è fresca, con sentori di albicocca e frutta caramellata, nocciola e gelsomino. In bocca si avverte una dolcezza di base che mitiga l’alcol. E’ speziata di coriandolo, pepe e cannella e si avverte bene la buccia d’arancio e la frutta gialla. L’intensità è persistente dovuta alla rusticità della segale che dà struttura corposa. Abbinata ad un formaggio stagionato fa esplodere in bocca e nel retrogusto delle sensazioni complesse fantastiche. La BRÙTON ha una bella gamma di prodotti da scegliere con imbarazzo, meglio dopo una visita al birrificio. Provare per credere!
Di grande interesse ho trovato anche il microbirrificio M’anis con mescita e agriturismo a Montebelluna (TV) che produce anche delle birre accattivanti per celiaci, quindi senza glutine, a basso tenore alcolico facilmente abbinabili a molti piatti. La più lightdi colore paglierino viene prodotta con materie prime come malto di riso e luppoli aromatici.
Per i non iniziati, per farsi un’idea… e qualcosa di più, può essere utile una guida alle birre artigianali come “La via della birra-un grand tour attraverso l’Italia dei birrifici artigianali” di Emanuela Flangini, Isabella Bertolase e Luca Grandi, Aliberti editore 2011. Oltre a suggerire dei “signori” birrifici artigianali il libro propone delle soste gastronomiche presso gli stessi birrifici o in zone attigue in luoghi ameni e a prezzi ragionevoli.
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