La regione Trentino-Alto Adige da tempo immemore, con alti e bassi a seconda delle necessità e dei gusti, coltiva le “uve schiave”. I vitigni derivano il loro nome, secondo alcuni, dalle regioni dell’est Europa da dove sarebbero giunti con i Longobardi, mentre secondo altri la denominazione deriverebbe dal latino medievale “vitis cum sclavis”, ossia uve “schiavizzate”, addomesticate con la potatura e legate a un supporto. In Alto Adige le uve schiave sono note come “Vernatsch” (dal latino “vernaculum” ossia “viti locali”), mentre “Trolliger” è il nome del vitigno nella germanica Svevia.
Di uve Schiave se ne coltivano almeno tre tipologie: la Schiava Grossa (Großvernatsch), la Schiava Gentile (Edelvernatsch) e la Schiava Grigia (Grauvernatsch). Le prime due vengono distinte per la forma del grappolo: più grosso il primo, con una produttività più abbondane ed un vino un po’ più “ruspante”, mentre il grappolo della gentile é più piccolo e dà un vino più ingentilito e più profumato, che comprende anche una sottovarietà, di scarsa produttività, nota come “Tschaggele Vernatsch”: dove la radice “Tschagg” dà onomatopeicamente il senso del rumore dell’acino quando resistente viene schiacciato fra i denti. La Schiava Grigia é così detta dalla buccia ricca di pruina, quasi una sfarinata che ricopre gli acini. La Schiava Grossa viene coltivata anche in Valtellina col nome di “Bressana”, dalla provenienza dalla provincia di Brescia. Essa viene utilizzata in uvaggio per il “Botticino” e il “Cellatico”. Secondo Calò et al. (Edagricole, 2006) la Schiava Gentile ha delle similitudini con i vitigni veneti Turca e Pavana, mentre la genetica che ricorda parentele con certi moscati.
Verso la fine dell’ 800 l’uva Schiava nella tipologia Grossa, aveva trovato una sua area ideale nella bassa Valdadige compresa tra Bolzano e Merano per giungere fino alla val d’Isarco e a Bressanone. Oggi fra le aree coltivate, non più così abbondantemente come un tempo, sono quelle felici e ubertose nei pressi del Lago di Caldaro dove il vino ha una piacevole delicatezza e un gusto fruttato, con un corpo non esagerato per dare un prodotto armonico. Nel bolzanino, nei pressi del monte Corno (oggi inserito nell’omonimo parco naturale), il vino é più strutturato; nel meranese il vino da Schiava è noto per il suo profumo che ne dà una certa distinzione. Non dobbiamo tuttavia dimenticare altre arre di produzione della Schiava nei comuni di San Michele Appiano di Termeno e Cortaccia. Insomma c’è di che scegliere.
Dal 2004 esiste il “Trofeo Schiava dell’ Alto Adige” per l’assegnazione del riconoscimento “Schiava dell’anno” che viene assegnato da giornalisti, enologi ecc., sia italiani che provenienti da altri paesi europei come Austria, Germania e Svizzera. C’è pure un sito di approfondimento (http://www.vernatschcup.it) per conoscere i vincitori del contesto.
Nel 2012 sono stati segnalati i seguenti vini e i relativi produttori:
Categoria Lago di Caldaro:
Alto Adige Lago di Caldaro classico 2011, Cantina Cortaccia
Alto Adige Lago di Caldaro classico Greifenberg 2011, Produttori di Caldaro
Categoria A.A. Schiava e Schiava Grigia
Alto Adige Schiava Missianer 2011, Cantina San Paolo
Alto Adige Schiava Gentile Pfeffersburger 2011, Nalles Margè
Categoria A.A. Meranese e AA Val Venosta
Alto Adige Meranese 2011, Franz Pfeil, Tenuta Kränzel
Categoria A.A. Santa Maddalena
Alto Adige Santa Maddalena classico 2011, Cantina Produttori Santa Maddalena
Alto Adige Santa Maddalena 2011, Franz Gojer, Glögglhof, BZ
Alto Adige Santa Maddalena Gröbnerhof 2011, Erste & Neue kellerei
Categoria Schiava Diversa
Alto Adige Santa Maddalena classico 2010, Christian Plattner, Tenuta Waldgries
Aggiungerei per la loro immediatezza anche i seguenti prodotti:
Schiava Gentile Vallagarina IGT della cantina Simoncelli
Colore rosa ceruleo, profumo floreale, gusto secco e fresco con buona sapidità e contenuto nel corpo. Vino che si bene con piacevolezza senza grandi problemi.
Solos, Schiava DOC della Cantina di Caldaro
Colore rosso rubino, gradevolmente fruttato di piccola frutta rossa, morbido, poco tannico e di contenuto alcolico moderato che aiuta il bere. Piacevole retrogusto amarognolo della mandorla.
Schiava “Valvalé” della Val di Cembra, Vigneti delle Dolomiti IGT, Cantina di Lavis
80-90 q/ha di resa. Colore rosato intenso, profumo di piccola frutta rossa, buola la freschezza e la morbidezza che sia accompagnano felicemente.
Schiava Gentile “Bottega dei vinai”, Valdadige DOC, Cavit
Il colore é un rosato vivo; al naso: profumato tipico della piccola frutta rossa; in bocca: contenuto nel corpo, moderatamente caldo e col tipico retrogusto della mandorla.
La conclusione non può essere che quella di scoprire questi vini interessanti e la loro tipicità legata alle zone dove le uve sono coltivate. Questa é la bellezza di chi ama la conoscenza del vino.