Proprio qualche giorno fa ho avuto a pranzo un gruppo di vecchi amici ai quali ho proposto un piatto tipo della cucina veneta, Gran Bollito alla Padovana (carne di manzo e pollo, lingua, coda di bue, musetto ecc. con salse varie dal classico cren, il rafano, alle mostarde di Cremona e via assaporando). Fra i vini portati dagli ospiti ha fatto la sua ottima figura il Perusini ronchi di Gramogliano DOC, Merlot COF 2008, 14%, dell’ Azienda Agricola Perusini di Gramogliano in quel di Corno di Rosazzo (UD Cuar di Rosacis in friulano, con poco più di 3.000 anime.
L’azienda ha una storia antica che rinvigorisce grazie dall’impegno di Giacomo Perusini, nonno dell’attuale proprietaria, che con la volontà e determinazione si pose come obiettivo di salvaguardare alcuni vitigni autoctoni friulani. Opera meritoria! Dopo la sua prematura morte, l’azienda continuò con successo con la vedova Giuseppina Perusini Antonini, donna colta e abile negli affari, che seppe rilanciare i vini friulani nel mercato nazionale ed internazionale. A seguire, continuarono l’opera i figli Gaetano e Giampaolo perseverando con successo la coltivazione dei vitigni e la produzione di vini tradizionali. La tradizione familiare continua pertanto sul colle di Gramogliano, con Teresa, figlia di Giampaolo, assieme al marito Giacomo e ai figli, nella nobile arte dei vignaioli con splendidi risultati.
Il Merlot, é uno dei vini che preferisco, esso ha le sue origini moderne nella Gironda bordolese assieme ai cugini Cabernet. Il grappolo ha una lunghezza media di 15-20 cm, di forma piramidale, piuttosto compatto con 1-2 ali; acino di colore blu-nero, mediamente sferico con buccia abbastanza consistente e ricca di pruina; polpa delicata e abbastanza dolce, di acidità contenuta, che profuma d’erba, odore che ritroviamo caratteristico anche del vino.
Il Merlot friulano in particolare ebbe il suo enobattesimo ad opera del conte Savorgnan di Brazzà, all’ Esposizione di Cividale nel 1896, dove ottenne la medaglia d’oro, dando così un prestigioso inizio ad una storia che continua gloriosamente ancora oggi. Alla fine dell’800 iniziarono quindi i primi impianti di merlot in Friuli in quel di S. Giorgio della Richinvelda e Fagagna prossimi a Udine. Nel 1880 il Merlot venne iscritto nell’ ampelografia della Reale Scuola di Viticoltura e Enologia di Conegliano, che come abbiamo sottolineato in altri interventi all’ interno di questo sito, ha sfornato fior di maestri dell’enologia nazionale ed internazionale. Il miglior Merlot friulano si alleva specie nella zona delle Grave e nei Colli Orientali del Friuli (COF) dove esprime il meglio di sé e dove si ottengono prestigiose cru.
Il Merlot Perusini, che abbiamo degustato in conviviale compagnia, é stato servito in maniera appropriata tra i 18 e i 20 gradi C: esso ha un bel colore rosso rubino intenso che al naso dona, oltre al suo carattere vinoso ed erbaceo, la piacevolezza di un profumo di spezie, di mora con qualche nota di lampone, ma anche di cioccolato e vaniglia. In bocca è secco, caldo, abbastanza morbido, persistente con buona mineralità e il riverbero delle note avvertite al naso lasciando alla fine un gradevole amarognolo di fondo. Il tutto bene si abbina con i piatti di carni rosse sia alla griglia che al sugo, ma non disdegnano di certo ottimi tagli di carne lessa come quelli che hanno allietato la mia tavola.
Per salire ancora più in alto, della stessa zienda, si consiglia il Merlot etichetta nera (ca. 16€).